AiPMA - Associazione italiana Pazienti della Medicina Antroposofica

26/giu/2013

Responsabilizzarsi per curarsi meglio

dall'Associazione Italiana Pazienti Medicina Antroposofica (AIPMA)
di Francesco Forcellini


Oggi assistiamo a una grande crescita della medicina sotto molti aspetti, quantitativi e qualitativi: nell’ambito della medicina ufficiale accademica abbiamo strumenti diagnostici (esami, biopsie, indagini come Tac, Rmn, eccetera) molto più numerosi e precisi che in passato, e così pure tante risorse terapeutiche energiche impensabili pochi decenni fa. Contemporaneamente numerose medicine non convenzionali sono diventate disponibili per un gran numero di pazienti, citiamo ad esempio le medicine “etniche” come l’agopuntura e molta fitoterapia, oltre che le varie scuole di omeopatia e, ancora un po’ meno nota, la medicina antroposofica. Le POSSIBILITA’ di cura per il paziente sono sicuramente molto più numerose, oltre che migliori rispetto al passato.
Ma più possibilità non significa automaticamente più libertà nella scelta. La Costituzione difende con forza la libertà di scelta di come (e anche se) curarsi, ma all’atto pratico si affermano sempre più i protocolli diagnostici e terapeutici, che stabiliscono su base puramente statistica il comportamento “corretto” e “giusto” in una certa categoria di casi. Inoltre abbiamo proprio tanti casi di comportamento pressoché obbligato per pura radicata abitudine sociale, o anche per paura del sanitario di ritorsioni legali: uso della Tachipirina perché si DEVE abbassare la febbre, trattamento antitetanico nel caso di traumi senza ferita! Paradossalmente più apertura di possibilità si traduce in più obbligo, spesso dettato dalla paura, che accomuna pazienti e medici.
L’Aipma si batte per la libertà di scelta responsabile in medicina, non solo per ridurre gli effetti collaterali dannosi di esami e cure di medicina ufficiale sostituibili con alternative molto più innocue, o addirittura evitabili in quanto inutili. Non solo per ribadire il limite della statistica in medicina: ogni caso è unico, perché ogni paziente, ogni essere umano è unico, agisce e reagisce in modo individuale (pensiamo solo alla variabilità di azione dei farmaci). E non solo per assecondare un eventuale desiderio del paziente che vuole capricciosamente una cosa piuttosto che un’altra.
La libertà di scelta FA PARTE del processo terapeutico più vero, completo e profondo, quel processo percorrendo il quale il paziente compie anche il suo percorso evolutivo di vita. Se approfitta della possibilità di scelta, diventa già solo per questo più coraggioso, e più sano. Il paziente che diventa responsabile nella scelta, possibilmente assieme al suo medico, diventa anche desto e attivo, e acquista la giusta competenza per curarsi nel modo migliore PER LUI. Questo vale per ogni aspetto del curarsi: dall’acquisire le semplici capacità tecniche per fare un impacco, fino all’essere in grado di compiere le grandi scelte della vita che certamente hanno implicazioni non solo mediche, ma che spesso hanno la loro origine in una malattia da affrontare. Il paziente non è più solo colui che subisce, patisce, come significa la parola in senso originario, ma diventa colui che agisce, che edifica la sua strada verso la salute.


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